Il carnevale in Italia

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Festa di grandi e piccoli, comincia praticamente subito dopo l’Epifania, il 6 gennaio, e arriva al culmine nella settimana tra il giovedì e il martedì grasso. Il mercoledì delle ceneri inizia ufficialmente la quaresima.

Bambini e adulti si mascherano e vanno in piazza, dove si incontrano gli amici, si fa festa, si balla, si lanciano coriandoli e stelle filanti.

Le maschere e i costumi variano. Ci sono quelli molto ricchi, a volte pagati da Associazioni culturali, ma ce ne sono anche ‘poveri’, inventati e cuciti in casa.

Si preparano dolci speciali come le frittelle e i galani che una volta venivano fritti nello strutto, cioè nel grasso di origine animale, quindi la carne che poi era severamente proibita in quaresima. Lo stesso nome, carnevale, verrebbe proprio da carnes levare (togliere la carne) o carne, vale (carne, addio).

Il carnevale più conosciuto è quello di Venezia, ma si festeggia, in tutte le città italiane, ognuna con le sue particolari tradizioni, da Nord a Sud. Ne vediamo alcune.

 

Venezia

Sicuramente il più famoso, anticamente cominciava addirittura in ottobre. Come ora, per tutto l’inverno c’erano balli e feste ovunque e la città era invasa dalle maschere che spesso creavano problemi di ordine pubblico. Le piazze ospitavano spettacoli teatrali ed esibizioni di acrobati. Proprio uno di questi spettacoli ha dato origine a una tradizione che continua ancora oggi: il volo dell’angelo.

Nei primi giorni del carnevale a mezzogiorno in punto, quando suona la marangona (la campana più grande del campanile di San Marco) una ragazza, appesa ad una corda, si lancia dal campanile e atterra in piazza, dove è accolta dal Doge in persona.

Questo evento ha origine in una storia vera. Verso la metà del 1500, un giovane acrobata turco, riuscì a camminare su una corda che partiva da una barca in bacino San Marco e arrivava fino al campanile. Quello che fu chiamato lo svolo del turco (il volo del turco) ebbe talmente successo da essere ripetuto anche negli anni seguenti. Ci furono molte variazioni, tra queste una che vedeva lanciarsi un uomo con le ali da angelo, da cui il nome di volo dell’angelo.

Nel 1759 ci fu un incidente, l’angelo cadde e morì. Da allora, per molto tempo, a volare fu una colomba di legno che spargeva fiori e coriandoli sulla folla: il volo della colombina.

Ripreso in tempi moderni, il volo ha avuto come protagoniste varie celebrità, ma ora l’angelo viene scelto attraverso un concorso tra le ragazze della città.

 

Ivrea

Qui si svolge per tre giorni la battaglia delle arance che ricorderebbe la rivolta degli abitanti contro un tiranno del XII secolo. Oltre a tassare pesantemente la popolazione, il tiranno avrebbe preteso anche lo jus primae noctis, cioè il diritto di passare la prima notte di nozze con ogni donna della città ma una giovane mugnaia (una ragazza che lavorava in un mulino) si ribellò sostenuta dal resto del popolo.

Nella battaglia 9 squadre di aranceri a piedi, che rappresentano il popolo, attaccano a colpi di arance i tiratori che si trovano su carri trainati da cavalli e indossano delle protezioni che ricordano le armature. Dopo la battaglia, tiratori e aranceri vanno a bere insieme e la piazza rimane ricoperta di arance frantumate.

Una curiosità: gli abitanti di Ivrea si chiamano eporediesi.

 

Viareggio

Benché a Viareggio la tradizione del carnevale sia antica, i corsi mascherati sono invece relativamente recenti, gli ultimi trent’anni del 1800. Inizialmente i carri che sfilavano lungo la passeggiata a mare erano molto pesanti, costruiti in stucco e altri materiali. Dal 1923 sono animati e dal 1925 la cartapesta permette di costruire carri enormi ma leggeri e maneggevoli. Dal 2001 vengono costruiti nei sedici hangar della Cittadella del Carnevale. Sempre il loro tema è la satira politica e sociale che ridicolizza i potenti del momento.

Quello di Viareggio è anche uno dei carnevali che dura oltre il mercoledì delle ceneri, fino alla domenica successiva.

 

Milano

Il carnevale ambrosiano è un po’ speciale, perché invece del martedì grasso ha il sabato grasso e invece del mercoledì delle ceneri, la domenica delle ceneri.

Ci sono varie spiegazioni e leggende. Una di queste dice che nel IV secolo il vescovo di Milano Ambrogio (da cui ambrosiano) non potendo tornare in tempo da un viaggio, pregò i milanesi di aspettare il suo ritorno per iniziare i riti della quaresima.

Personaggio centrale di questo carnevale è Meneghino: maschera della Commedia dell’Arte, vestito di verde e accompagnato dalla moglie Cecca, prende in giro i nobili e i potenti.

 

Fonti:

http://www.carnevalevenezia.com/

https://it.wikipedia.org/wiki/Carnevale_di_Venezia

https://it.wikipedia.org/wiki/Storico_Carnevale_di_Ivrea#La_battaglia_delle_arance

http://www.storicocarnevaleivrea.it/

https://it.wikipedia.org/wiki/Carnevale_di_Viareggio

http://viareggio.ilcarnevale.com/

https://it.wikipedia.org/wiki/Carnevale_Ambrosiano

https://www.ilturista.info/blog/11736-Il_Carnevale_Ambrosiano_di_Milano/

 

 

 

 

Le frittelle veneziane

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Le frittelle veneziane (fritoe venexiane in dialetto) sono un po’ il dolce ufficiale del Carnevale, a Venezia e in Veneto, ma non solo.

La ricetta risale addirittura alla seconda metà del 1300. Conservata nella Biblioteca Nazionale Canatense di Roma, rappresenta la prima testimonianza scritta  della gastronomia veneziana.

Le frittelle erano impastate e fritte in piazza dai fritoleri, riuniti in un’associazione che assicurava ad ognuno di loro una propria esclusiva zona di vendita, passata poi rigorosamente di padre in figlio assieme alla professione.

I fritoleri erano molto popolari a Venezia, tanto che una di loro appare, intorno al 1750 nel dipinto di Pietro Longhi, La venditrice di fritole. Un’altra fritolera, Orsola, sarà nel 1750 tra le protagoniste de Il campiello di Carlo Goldoni.

Considerate, nel 1700, il dolce nazionale della Repubblica di Venezia, le fritole venivano fritte in olio o grasso di maiale, cosparse di zucchero e poi infilate in uno spiedo che permetteva di mangiarle senza sporcarsi.

Esistono molte versioni della ricetta: da quella tradizionale, vuote o con uvetta e pinoli, a quella più ricca con crema pasticcera o cioccolato, fino ad arrivare alle variazioni con frutta, fiori ed erbe.

Una cosa è sicura: in qualsiasi modo si facciano, sono sempre buonissime!

 

 

 

http://www.cibodistrada.it/news/dal-carnevale-venezia-fritole-veneziane/15160http://www.ricettedicultura.com/2014/02/fritole-veneziane-storia-dolce-carnevale.htmlhttps://it.wikipedia.org/wiki/Fr%C3%ACto%C5%82ahttp://archivio.gustosamente.it/article/ea-fritoa-la-storia-della-frittella-veneta-nata-nel-trecento