Le frittelle veneziane (fritoe venexiane in dialetto) sono un po’ il dolce ufficiale del Carnevale, a Venezia e in Veneto, ma non solo.
La ricetta risale addirittura alla seconda metà del 1300. Conservata nella Biblioteca Nazionale Canatense di Roma, rappresenta la prima testimonianza scritta della gastronomia veneziana.
Le frittelle erano impastate e fritte in piazza dai fritoleri, riuniti in un’associazione che assicurava ad ognuno di loro una propria esclusiva zona di vendita, passata poi rigorosamente di padre in figlio assieme alla professione.
I fritoleri erano molto popolari a Venezia, tanto che una di loro appare, intorno al 1750 nel dipinto di Pietro Longhi, La venditrice di fritole. Un’altra fritolera, Orsola, sarà nel 1750 tra le protagoniste de Il campiello di Carlo Goldoni.
Considerate, nel 1700, il dolce nazionale della Repubblica di Venezia, le fritole venivano fritte in olio o grasso di maiale, cosparse di zucchero e poi infilate in uno spiedo che permetteva di mangiarle senza sporcarsi.
Esistono molte versioni della ricetta: da quella tradizionale, vuote o con uvetta e pinoli, a quella più ricca con crema pasticcera o cioccolato, fino ad arrivare alle variazioni con frutta, fiori ed erbe.
Una cosa è sicura: in qualsiasi modo si facciano, sono sempre buonissime!